La perdita di definizione del contorno mandibolare: solo trattamento chirurgico?

La perdita di definizione del contorno mandibolare.

Spesso molti pazienti chiedono di poter correggere la lassità del contorno mandibolare, ovvero il cosiddetto cedimento del terzo inferiore del viso. Tale problematica crea un fastidioso inestetismo con appesantimento dell’ovale del volto stesso e una totale perdita del profilo mandibolare che risulta deficitario di una netta definizione.

Ovviamente si è naturalmente portati a pensare che l’unico modo per correggere tale problematica sia un intervento chirurgico di lifting o minilifting del terzo inferiore che possa trazionare i tessuti cutanei e di conseguenza riportare i lineamenti ad una situazione antecedente al processo di invecchiamento. E’ chiaro che questa sarebbe la metodica più specifica e performante sia in termini di risultato che di durata ma, ovviamente, con tutti i connessi limiti di una procedura chirurgica: cicatrici, tempo di recupero, ripresa dell’attività lavorativa.

Proprio per tale ragione sempre di più, specialmente in situazioni di lassità medio/lieve, ci si avvale di validi strumenti di medicina estetica non invasiva. Due in particolare sono gli approcci più utilizzati, singolarmente oppure in sinergia tra di loro:

  1. Filler di acido ialuronico posizionato in specifiche aree che agiscono sia con un effetto liftante e sia di “camouflage” del cedimento mandibolare definendone in maniera netta il contorno. Viene inserito attraverso l’uso di una micro cannula riducendo così il rischio di ecchimosi (lividi) e rendendo il trattamento indolore. Il prodotto ha una durata di un anno circa (tempo di riassorbimento). Il trattamento dura intorno ai 15 minuti ed è ambulatoriale con un ritorno immediato alle proprie attività lavorative.
  2. Fili di sospensione o di trazione, ovviamente riassorbibili (circa un anno), posizionati a livello sottocutaneo e che permettono di sollevare il terzo inferiore del viso distendendo i lineamenti mandibolari. Ovviamente non possono essere paragonati ad un minilifting chirurgico in termini di risultati e di durata, ma si basano comunque sul principio di trazionare i tessuti in senso antigravitario. Questo assottiglia e distende i lineamenti del viso con un semplice trattamento ambulatoriale della durata di circa 20 minuti.

A volte, come accennato in precedenza, questi due trattamenti possono essere usati in sinergia per un risultato ancora più performante e duraturo.

E’ comunque importante fare una valutazione attenta e precisa della propria situazione con il medico, affidandosi sempre ad uno specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.